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Hernandez, una lettera della Regina e la somma di ventimila maravedis,
affinchè l'una e l'altra fossero consegnate a Colombo. La lettera invitava
il Genovese a raggiungere al più presto il campo dei Reali da Santa Fe
e la somma gli veniva fornita per affrontare le spese del viaggio e per
provvedersi di decorosi abiti, da sostituire a quelli molto sciupati che
aveva indosso; non sarebbe stato decente presentarsi alla Corte in male
arnese!

    40. Atmosfera di dramma al « Real » di Santa Fe. - Colombo per-
correva le vie della nuova cittadina di Santa Fe per presentarsi alla So-
vrana, nel momento culminante dei preparativi per l'investimento finale
della fortezza di Granata. Tutto il campo era a rumore nel fervore del-
l'opera. Tuttavia, la regina Isabella, fedele all'impegno preso col suo vec-
chio confessore, accolse Colombo benevola ed affabile e, non potendo
occuparsi di lui, dato il momento, lo affidò alla cordiale assistenza dell'alto
funzionario dello Stato, Alonzo de Quintanilla, il quale si mostrò ben
felice di poterlo riavere ancora suo ospite.

    Il 30 dicembre I49I cominciarono le trattative per la resa della fortezza
e il 2 gennaio I492 il sultano Mulay Boabil el Chico presentò personal-
mente ai Reali spagnoli le chiavi della città. Così, dopo una lotta lunga e
assidua, durata circa otto secoli, la Croce riusciva a scacciare la Mezzaluna
dal suolo iberico.

    Tale avvenimento non destò gioia soltanto nelle Nazioni Iberiche,
bensì in tutto il mondo cristiano, nel quale non si sapevano forgiare ag-
gettivi e parole adeguate per celebrare le lodi e il merito dei Reali spagnoli.
Il Pontefice Alessandro VI (Borgia), salito sulla Cattedra di S. Pietro sette
mesi dopo (Il agosto 1492), conferiva ai Reali, in memòria di tale avve-
nimento, l'attributo di Cattolici, sebbene, più tardi, colpito nei propri inte-
ressi da una disposizione di carattere fiscale, non esitasse a dire che i So-
vrani di Spagna erano i peggiori nemici della Cristianità!

    Fernando e Isabella non entrarono in Granata subito dopo la resa,
perchè ritardarono il loro ingresso fino al successivo giorno 6, Festa del-
l'Epifania, volendo che prima ad entrare e ad insediarsi nella caduta ca-
pitale moresca fosse l'Autorità ecclesiastica.

    Hernando de Talavera, nominato sul campo, salvo ratifica pontificia,
primo arcivescovo di Granata, entrò solennemente con tutto il suo seguito
nella città e rizzò la Croce d'argento e il grande Stendardo della Crociata
sulla Torre di Camares. Il giorno 6, seguito dal Clero, si recò a ricevere
i Reali spagnoli sulla soglia dell'Alhambra che, com'è noto, era il palazzo
incantato, così detto per il suo splendore, in cui risiedevano i re Mori.
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