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È una semplice ipotesi, perchè manca della controprova. Noi riteniamo
che, se così fosse avvenuto, il vendicativo re Giovanni II difficilmente
avrebbe perdonato un reato simile commesso da un suo pilota - anche
per non costituire un pericoloso precedente: ricordare l'episodio del pilota
fuggito dal Portogallo e fatto assassinare sulla piazza d'una città spa-
gnola - e, poi, se Colombo avesse posseduto il linguaggio delle cifre
appreso dalla consultazione dei documenti toscanelliani, forse il colloquio
di Salamanca (fine del 1486) avrebbe assunto sviluppi diversi, per la mag-
giore convinzione che tale linguaggio poteva infondere, non senza dire che
Colombo avrebbe altresÌ potuto risparmiarsi gran parte della precedente
fatica di leggere e postillare i suoi manuali teorici.
38. Gli ultimi tentativi presso i Reali di Spagna. - Colombo, reduce
da Lisbona, rientrò a Cordova dove l'attendevano la fida Beatriz e il
bambolino Fernando. Era afflitto, ma non scoraggiato, perchè una secreta
speranza gli brillava in fondo al cuore, specialmente ora che conosceva
che scienziati di valore, come il Toscanelli, avevano dimostrato l'opportu-
nità d'intraprendere imprese analoghe a quella da lui progettata. Sentiva,
pertanto, in seno una forza morale capace di abbattere qualsiasi ostacolo
che potesse essere opposto dalla cocciuta ostinazione di certi esaminatori,
circa i quali, in passato, aveva dovuto fare dura esperienza.
Per via diretta o per via indiretta, Colombo dovette sollecitare una
nuova udienza dei Reali. Ciò è un'ipotesi, ma è verosimile, perchè c'è
qualcosa la quale ce lo fa pensare. Si tratta della Cedola reale del 12 mag-
1489, datata da Cordova, la quale ordina ai fedeli sudditi di fare buona
accoglienza e di usare buon trattamento a Cristoforo Colombo in quanto
e li deve raggiungere la Corte.
Frattanto, i Reali con la loro Corte avevano lasciato Cordova e, con
l’esercito, si recavano ad investire la fortezza di Baza. Questa fortezza
cadde il 4 dicembre di quell'anno medesimo e non è affatto improbabile
che Colombo, raggiungendo colà i Reali, abbia potuto partecipare alle
operazioni militari in corso, sia per ingraziarsi vieppiù la cattolicissima
regina Isabella, sia perchè, in fondo, combattere gli Infedeli non urtava
i suoi sentimenti orientati verso il rispetto e l'affermazione più universale
della Fede in cui era stato allevato.
Fors'anche, a Baza, potè assistere al ricevimento della missione com-
posta di due frati francescani, che il Sultano islamita dell'Egitto e Sorìa
mandava ai Sovrani di Castiglia e d'Aragona per farli desistere, con mi-
nacce di rappresaglia, dal combattere il proprio confratello di fede Mulay
Boabdil, sultano islamita di Granata.
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