Page 120 - merged
P. 120

tava sul lunghissimo tragitto che i Portoghesi si proponevano di compiere
ed è probabile che il suo interlocutore gli avesse confidato che la cosa non
era nuova, perchè parecchi anni prima un progetto dello stesso genere era
passato ... all'onore degli Archivi.

     Ciò avrebbe suscitato la curiosità di Colombo circa la conoscenza dei
particolari espositivi del precedente progetto presentato alla Corte porto-
ghese, nonchè l'insistente desiderio di poter vedere quei famosi documenti
venuti dall'Italia. Qualche biografo avrebbe identificato l'involontario ri-
velatore del secreto nella persona del cosmografo Martin Behaim o di
Boemia, che fu amico di Colombo e che in quel tempo figurava quale
uno fra i Consiglieri del Re. Il Behaim, inoltre, quattro anni più tardi
(1492) pubblicava un Mappamondo da lui disegnato, il quale rivelava evi-
denti tracce della conoscenza delle teorie toscanelliane.

     Ad ogni modo, data la gelosa cura con cui i documenti della specie
venivano custoditi presso tutte le Corti interessate, Colombo, usando, ma-
gari, mezzi non del tutto corretti e leciti, sarebbe riuscito a vederli e a
prenderne frettolosi appunti. La prova di quest'ipotesi si potrebbe riscon-
trare in un autografo colombiano, steso sopra uno dei fogli lasciati in
bianco dallo stampatore alla fine del volume del Piccolomini, Historia
rerum ubique gestarum, che appartenne al Genovese.

     Probabilmente, Colombo aveva con sè questo libro allorquando gli ca-
pitò la propizia occasione di vedere i due documenti e, non avendo altro
posto più confacente al bisogno, annotò in quella pagina bianca i propri
appunti. La scoperta di questo autografo venne fatta nel 1850 nella Bi-
blioteca Colombina di Siviglia, ma la sua identificazione quale testo della
lettera diretta dal Toscanelli a Martins-Colombo venne compiuta nel 1871
dallo studioso franco-americano Henry Harrisse.

     37. Perchè si deve dubitare del carteggio diretto fra Colombo e To-
scanelli. - Abbiamo detto che la copia fu frettolosa e furtiva e ciò sarebbe
comprovato dal fatto che essa è inesatta, in qualche punto - specie verso
la fine :- è anche inconseguente, e contiene parole latine di pretta marca
colombiana, il che rivela di non essere la lettera che avrebbe potuto scri-
vere un sapiente o un letterato della Rinascenza italiana, qual era il To-
scanelli, ma quella che si sarebbe potuto ottenere da un ricopiatore non
molto forte in Lettere latine, che avesse poca disponibilità di tempo e che
vedesse di soppiatto, e ad intervalli, l'originale, in maniera da dover sup-
plire con la propria ritentiva nella trascrizione delle frasi e dei periodi letti.

     La prova della corrispondenza diretta fra Colombo e Toscanelli non
si ha; si ha soltanto la citazione del fatto ne Le historie attribuite a Don

 II8
   115   116   117   118   119   120   121   122   123   124   125