Page 77 - SCIENZA IN CITTA'
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Albert Einstein (1879-1955), la cui "teoria della Enrico Fermi durante una conferenza
relatività" rappresentò una vera e propria organizzata dalla Montecatini nel 1949,
rivoluzione per la scienza fisica, a colloquio una delle poche occasioni in cui il fisico romano,
a Londra, nel 1954, con l'americano Robert premio Nobel nel 1938, rientrò in Italia.
Oppenheimer (1904-67), che durante la guerra
aveva diretto il centro ricerche di Los Alamos che altrimenti sarebbero andate distrutte e
(USA), dove era stata realizzata la bomba disperse.
atomica. Il Museo di Fisica fu costituito dopo il tra-
84 sferimento da via Panisperna alla città uni-
versitaria. Agli inizi esso consisteva in un
locale di circa 400 metri quadrati all'interno
dell'Istituto Marconi in cui erano raccolti
strumenti vecchi e nuovi destinati preva-
lentamente all'uso didattico. Ma con l'e-
spansione dell'attività di ricerca, l'aumento
del numero degli studenti e dei ricercatori,
l'originario patrimonio venne a poco a poco
smembrato e suddiviso in vari locali e ar-
madi dell'Istituto. Non pochi pezzi furono
perduti per sempre.
Verso la fine degli anni Settanta la decisio-
ne di istituire una mostra didattica perma-
nente e una ripresa degli studi di storia del-
la fisica sollecitata dall'istituzione di un'ap-
posita cattedra hanno rilanciato l'attività
del Museo. Ne11978, poi, in occasione del
convegno internazionale di studi per cele-
brare i settant'anni del professor Edoardo
Amaldi e la conclusione della sua attività
didattica, si è deciso di istituire una sezione
del Museo in cui raccogliere tutti i supersti-
ti materiali di studio della vecchia "scuola
romana" di fisica.
Il Museo di Fisica è attualmente suddiviso
in tre sezioni. La prima occupa due sale CI e
II) ed è dedicata alla Fisica Classica, cioè
alla strumentazione adoperata dalla secon-
da metà dell'Ottocento fino al 1926, anno di
nascita della scuola di fisica. La seconda se-
zione occupa una sala (III), è dedicata alla
Fisica Moderna e vi si possono ammirare
sia gli strumenti utilizzati da Fermi e colla-
boratori che quelli moderni per la ricerche
di fisica nucleare e subnucleare. La terza
sezione occupa due sale (IV e V), dedicate
alla Mostra Didattica permanente, e racco-
glie una serie di esperienze già montate e
funzionanti alle quali si ricorre come sussi-
dio per alcuni corsi di fisica sperimentale.
Gli strumenti che illustrano alcune delle
principali ricerche condotte dalla "scuola di
fisica" romana consistono, per lo più, in ap-
parecchi primitivi, molti dei quali costruiti