Page 52 - SCIENZA IN CITTA'
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Modello del DNA, l'acido desossiribonucleico,
costituente genetico di tutti gli esseri viventi:
recenti ricerche dei biologi basate sull'analisi
del DNA hanno dimostrato che tra l'uomo e
lo scimpanzé esiste materiale genetico identico
per oltre il 90 per cento a testimonianza
della fondatezza dell'ipotesi evoluzionista.
rinvenne nella regione dell'Afar, in Etio-
pia, quasi la metà dello scheletro di un indi-
viduo di sesso femminile vissuto circa 3,5
milioni di anni fa.
Traendo spunto dal titolo della nota canzo-
ne dei Beatles Lucy in the sky with dia-
monds, la nostra antenata fu battezzata
scherzosamente Lucy e così viene ancora
indicata dai paleoantropologico di tutto il
mondo.
L'integrità dei resti fossili di Lucy confer-
mò l'idea che questo essere, pur presentan-
do numerose caratteristiche scimmiesche,
era stato sicuramente in grado di cammina-
re in posizione eretta e che possedeva gli al-
tri caratteri necessari perché fosse inserito
nella famiglia degli Ominidi e considerato
fra i nostri più antichi antenati.
All' Australopithecus afarensis succedet-
tero altre due specie di Australopitechi: l'a-
fricanus e il robustus, vissuti nell' Africa
orientale e meridionale fra 3 e 1 milione di
anni fa. Di entrambe le specie i resti fossili
rinvenuti hanno consentito di tracciare un
profilo abbastanza preciso. Perfettamente
adattati, come il loro antenato di Afar, alla
bipedalità e alla stazione eretta, questi Au-
stralopitechi avevano, malgrado la statura
bassa (1,20 m circa), un corpo da uomo e una
testa da scimmia: mascelle robuste, mento
sfuggente, fronte bassa con grosse promi-
nenze sopra le orbite, volume del cranio
analogo a quello delle grandi scimmie (circa
400 cm cubici). Per queste caratteristiche
gli Austrolopitechi, pur essendo classificati
come Ominidi, non vengono considerati no-
stri diretti antenati.
Il nostro più antico antenato diretto, cioè il
primo Ominide appartenente al genere Ho-
mo, anche se a una specie diversa dalla no-
stra (che è stata denominata sapiens) è
l'Homo habilis, che comparve sulla Terra
circa 2 milioni di anni fa. Non a caso è stato
chiamato così: fu soprattutto la sua "abili-
tà" nel fabbricare utensili a distinguerlo da-
gli Ominidi che lo avevano preceduto. Da
chi discendeva? È una questione ancora
molto dibattuta tra gli antropologi. Alcuni