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A noi può bastare la testimonianza dello stesso Colombo, sì, proprio,
di Colombo. medesimo, perchè è il futuro Ammiraglio che scrive di suo
pugno e che ci conferma di non essersi mai trovato in quei paraggi.

     Si tratta d'una postilla marginale, annotata su di una pagina dell'opera
Imago mundi, del Cardinale Pierre D'Ailly, da Colombo studiata per
accrescere la propria cultura cosmografica. Nella richiamata postilla, Co-
lombo accetta e fa sua l'opinione dell'autore, il quale sosteneva nel brano
attiguo che, ad una giornata di navigazione al di là dell'isola di Tile, il
mare è congelato.

     Orbene, se Colombo avesse in realtà effettuato il famoso viaggio set-
tentrionale nel febbraio 1477, come viene riportato ne Le historie, percor-
rendo cento leghe al di là di Tile, non vi era occasione migliore per
smentire l'autore (il cui libro era stato stampato nel 1480), rilevando il
contrario, per il fatto di averl o potuto constatare di persona.

     E ciò costituisce un caposaldo documentato e non facilmente scalzabile!

     21. Il matrimonio. - Uno dei fatti salienti della vita privata di Co-
lombo in Portogallo è il suo matrimonio.

     Se apriamo Le historie attribuite a Don Fernando, possiamo leggere
nel Capitolo V, che Colombo perciocchè si portava molto onoratamente,
ed era di bella presenza, e che non si partiva dall' onesto, avvenne, che
una gentildonna, chiamata Donna Felipa Moiiiz, di nobile sangue, Cava-
liera nel Monastero d'Ogni Santi, dove l'Ammiraglio usava di andare a
messa, prese tanta pratica e amicizia con lui, che divenne sua moglie.

     E non poteva capitare diversamente, per il compilatore di un'opera
come Le historie, concepita e compilata per esaltare su tutta la linea la
nobiltà dei Colombo-Col6n e, difatti, il matrimonio del futuro Ammi-
raglio, esposto nei termini di cui sopra, ne veniva a completare, per così
dire, il quadro nobiliare.

     Un Colombo discendente da Consoli Romani, imparentato con repu-
tati Ammiragli del tempo allora corrente, non avrebbe potuto impalmare
un'oscura e volgare popolana, bensì una gentildonna, di nobile sangue e
Cavaliera, quale si poteva convenire all'elevato ceto sociale cui egli appar-
teneva (?!) e quali erano, in genere, le ospiti del Monasterio dos Santos
di Lisbona.

     A proposito. Non vi sembra strano che Don Fernando - se fosse stato
veramente lui a compilare Le historie - abbia chiamato, sbagliando, Mo-
nastero d'Ogni Santi, quella famosa Casa di religiose portoghesi, mentre
la sua vera denominazione era Monastero dei Santi (Verissimo, Massima
e Giulia), protettori di Lisbona? Piccole cose, ma sommamente rivelatrici!

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