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rinai privi di altri mezzi di sussistenza. Per tre volte egli
supplicò il tesoriere di Castiglia di dare a questi uomini il
dovuto, ma ogni volta le sue richieste rimasero inascoltate.
Gli uomini degli equipaggi inviarono anche una delegazio-
ne a corte per rivendicare il loro salario, con l'appoggio di
una lettera dell 'ammiraglio a suo figlio e a personaggi in-
fluenti, ma dovettero passare molti anni prima che la que-
stione venisse finalmente risolta.
All'inizio del 1505 Colombo capì che era ormai inutile
sperare che re Ferdinando lo mandasse nuovamente a Hi-
spaniola in qualità di viceré e governatore. Il suo stato di
salute e i suoi cinquantatré anni, un'« età avanzata» secon-
do i canoni dell 'epoca, rendevano troppo rischioso un altro
viaggio così lungo. Allora egli cambiò tattica e .cercò di
convincere il re a conferire la carica di viceré a suo figlio.
Diego aveva allora soltanto venticinque anni e un'esperien-
za che si limitava alla vita di corte. Tuttavia era già un
cortigiano accorto e cementò i propri rapporti con il re spo-
sando una dama di sangue reale, Dona Maria de Toledo.
Tre anni dopo la morte di Colombo, Don Diego veniva no-
minato governatore di Hispaniola e prendeva i titoli eredi-
tari del padre.
In primavera Colombo riprese le forze e si sentì in grado
di viaggiare nuovamente, anche se a dorso di mulo, dal mo-
mento che il passo del cavallo era troppo faticoso per lui. Il
governo spagnolo, sotto le pressioni degli allevatori di ca-
valli dell' Andalusia, aveva proibito l'uso di muli come
mezzi di locomozione: così l'ammiraglio fu costretto a
mandare una petizione al re per ottenere un permesso spe-
ciale. Il re glielo accordò, e fu l'unica indulgenza che abbia
mai mostrato verso Colombo. Così, nel maggio del 1505
l'ammiraglio si mise in viaggio per recarsi a Segovia, a
nord di Madrid, dove la corte si trovava.
Re Ferdinando lo ricevette con benevolenza, proponendo
anche la nomina di un intermediario che risolvesse le sue
pretese nei confronti della corona spagnola. Colombo rifiu-
tò perché il re insisteva a sottoporre a giudizio non solo i