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senza posa la carità per amor di Dio, la carità per amore
della Beata Vergine, la carità per amore di tutti i Santi.
Un gruppo di bambini miserabili, quasi nudi, che urlano
la stessa preghiera, scoprono di poter vedere la propria
immagine riflessa nella vernice della carrozza e si met-
tono a ballare e a far boccacce per il gusto di vedere
le proprie smorfie ripetute in un simile specchio. Uno,
storpio e scemo, nell' atto di menare un colpo ad uno di
quelli che strillano la loro richiesta con voce più acuta
della sua, si accorge del suo iracondo sosia nello sportello
della vettura, si arresta e, cacciando in fuori la lingua,
comincia a ciondolare la testa e ad emettere suoni senza
senso. L'urlìo altissimo che questo fatto suscita, risveglia
una mezza dozzina di esseri selvaggi avvolti in sporchi
mantelli scuri che se ne stanno sdraiati sui gradini della
chiesa dove offrono in vendita vasi e pentole. Balzano in
piedi, si accostano e chiedono l'elemosina con insolenza:
«Ho fame, datemi qualcosa! Ascoltate me, Signore, ho
fame!». Poi una vecchia orrenda, timorosa di giungere
troppo tardi, vien zoppicando giù per la strada e, tendendo
una mano mentre con l'altra continua a grattarsi, grida
prima ancora che sia possibile udirla: «Fatemi la carità!
Andrò subito a dire una preghera per voi, bella signora,
se mi date qualcosa!». Infine, ci passano davanti in gran
fretta i membri di una confraternita che si occupa del
seppellimento dei morti. Il volto nascosto da maschere
terrificanti, indossano toghe nere e consunte, imbiancate
ai lembi dalle zacchere di molti inverni fangosi, e li ac-
compagna un prete sudicio quanto il crucifero che è con
lui. Circondati da una simile accozzaglia di gente, usciamo
da Fondi: dal buio di ognuna di quelle case sconnesse ci
fissano occhi maligni e brillanti, simili a scaglie luccicanti
in mezzo al sudiciume e alla putrefazione.

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