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luppo tecnologico. È questo il fondamento, in Italia, del sor-
gere delle Stazioni sperimentali per l'agricoltura e per l'in-
dustria, che appaiono istituti pubblici a disposizione non solo
e non tanto della pubblica amministrazione, quanto di cate-
gorie e settori determinati di imprend itori agrico li e industriali.
Può accettarsi, dunque, dinanzi a tale panorama, il giudi-
zio di sintesi secondo il quale intorno agli anni '30 nei Paesi
progrediti culturalmente vi è una rilevante presenza dello
Stato nell'intervento per la ricerca, sia con la ricerca uni-
versitaria, sia come ricerca pubblica finalizzata, cioè rivolta
direttamente ad ausilio di specifiche funzioni e servizi pub-
blici sia, infine, come ricerca pubblica non finalizzata, cioè
posta quale 'servizio', prevalentemente centrale, a disposi-
zione delle categorie imprenditoriali.
La fase decisiva per la creazione di strutture permanenti
pubbliche preposte alla ricerca scientifica e tecnologica può
considerarsi collocabile nel terzo decennio del secolo; è in-
torno a tale periodo, infatti, che vengono creati nei princi-
pali Paesi a elevato sviluppo industriale e culturale, organi
statali con competenze generali attinenti all'intero campo
della ricerca, in genere a struttura collegi aie, che si posso-
no, per comodità e con riferimento alla denominazione più
diffusa, chiamare Consigli nazionali delle ricerche.
A tale evoluzione dell'organizzazione dei pubblici poteri
per la ricerca conducono numerosi fattori. Il più visibile
fra tutti è fornito dall'aumento di costo delle ricerche, le
cui dimensioni divengono tali da· non consentire a singoli
soggetti pubblici e privati di sostenerne interamente il peso,
richiedendosi, pertanto, una diretta assunzione di respon-
sabilità finanziaria dello Stato. Le vicende concernenti la
fisica e la chimica sono appunto caratterizzate dal cre-
scente sforzo organizzativo e finanziario a esse connesso.
Un altro elemento della situazione che conduce alla crea-
zione degli organismi pubblici per la ricerca a competenze
generali (Consigli nazionali per le ricerche) è da riconoscersi
nella crescente connessione fra discipline scientifiche in senso
proprio e discipline tecniche, con il perdersi di una distin-
zione netta fra 'ricerca pura' e 'ricerca applicata' e con la
tendenza della stessa 'ricerca fondamentale' (acquisito il
concetto di questa diverso da quello tradizionale di 'ricerca
pura') ad ammettere nel suo ambito la pressione di scelte
orientate. Si determina cioè un ambito proprio della ricerca
fondamentale orientata che, per sua natura,' non consente
valutazioni in funzione di una redditività immediata e ri-
chiede, quindi, un'azione di sostegno del potere pubblico.
Vi è poi da segnalare l'estensione del campo della ricerca
dall'ambito suo proprio tradizionale delle scienze cosiddette
'esatte' a quello delle scienze 'sociali' e delle scienze 'morali',
soprattutto in connessione con il nuovo rilievo assunto dalle
ricerche sociologiche e dalle ricerche di politica economica.
La pressione di questi (e di altri) fattori di base, sospinge,
dunque, verso la creazione dei Consigli nazionali delle ri-
cerche le cui caratteristiche sono indicate come segue:
l) natura giuridica di enti pubblici distinti dallo Stato,
posti alle dipendenze del Governo, in genere della Presiden-
za del Consiglio dei Ministri;
2) struttura di base, di tipo associativo, che raccoglie
nell'ambito dell'istituto rappresentanze dirette dei ricerca-
tori, soprattutto delle università;
3) pluralità di competenze, cosi schematizzabili:
- compiti di integrazione della ricerca privata, specie in
sede universitaria, quando vengono elargire sovvenzioni per
promuovere e incoraggiare ricerche che non siano di inte-
resse pubblico;
- compiti di studio e di ricerca pubblica, quando si prov-
veda alle ricerche di interesse pubblico delle due specie, in
forma diretta (mentre invece la forma indiretta può assol-
vere anche a compiti misti, cioè non di sola ricerca ma anche
di promozione);
- compiti di selezione, quando si giudichi intorno a ri-
chieste, o a proposte di ricerche, a iniziativa esterna;
- compiti di coordinamento empirico ed esecutivo, nel
s~nso che, nei settori controllati, si possono evitare duplica-
zioni di ricerche e collegare più, ricerche tra loro per ciò
che riguarda strumenti di lavoro e divisioni dei compiti.
L'organizzazione dei pubblici poteri in materia di ricerca
LA POLITICA DELLA RICERCA SCIE'\TIFICA
è tale, insomma, dopo l'istituzione dei Consigli nazionali
delle ricerche, da darsi carico di compiti generali di coordi-
namento e di indicazioni selettive che le precedenti strutture
pubbliche, volte a dar risposta a specifiche e limitate esigenze
connesse all'azione amministrativa, non riuscivano a esprimere.
La fase ulteriore nella vicenda della organizzazione dei
pu bblici poteri per la ricerca scientifica può considerarsi
quella caratterizzante l'intero ventennio successivo alla se-
conda guerra mondiale, e che può essere sinteticamente indi-
cata come fase di costruzione di una 'politica della ricerca'.
Posto cioè, attraverso l'istituzione degli organi del tipo
dei Consigli nazionali, un centro di coordinamento interno
all'agire della amministrazione pubblica viene ponendosi,
sotto la spinta delle esigenze emergenti dalla realtà dello
sviluppo economico, la necessità di assumere scelte di ordine
generale (scelte di Governo, connesse alla politica generale
di questo, in special modo sul terreno della politica eco-
nomica) a monte della stessa azione dei Consigli nazionali
delle ricerche.
-+La società industriale di massa esprime una tale carica di
'innovazione' da porre il Governo di fronte a responsabilità
nuove rispetto alla ricerca che diviene, sempre più, compo-
nente essenziale delle politiche di intervento e di sviluppo
dei poteri pubblici rispetto alla situazione economica. l.
-,;- D'altronde gli stessi fenomeni strutturali, già notati, di
interconnessione fra tecnica e scienza, fra problemi tecnolo-
gici e sviluppo, di aumento del costo della ricerca, si acui-
scono e aumentano di dirnensioni.a
Cosi la ricerca subisce un'evoluzione nelle sue dimensioni
organizzative e finanziarie con ritmo di progressione geo-
metrica. Si impongono nuove discipline come quelle concer-
nenti l'energia nucleare, la radioastronomia, le ricerche
spaziali, le cui dimensioni sono enormi e impensabili anche
rispetto al recente passato' (si è parlato di mega-science).
D'altronde il fenomeno, già constatato, dell'estendersi,
anche nell'area della ricerca fondamentale, della ricerca
orientata diviene generale, apparendo inarrestabile la ten-
denza alla integrazione e interconnessione fra problemi dello
sviluppo (sempre più determinato da fatti di innovazione
tecnologica) e problemi della ricerca, e, di conseguenza, la
tendenza dei poteri pubblici ad allargare l'area dei propri
interessi ai risultati potenziali della ricerca.
Sul piano della organizzazione dei poteri pubblici si assi-
ste, dunque, alla creazione di strutture di direzione pubblica
della politica della ricerca al livello di Governo. Perciò. solo
allorché i problemi delle scelte concernenti l'azione dei sog-
getti pubblici per la ricerca investono in modo diretto la
struttura organizzativa del Governo, si può correttamente
parlare, da un punto di vista di storia delle istituzioni, di
'politica della ricerca'.
La fase di costruzione deile strutture pubbliche per la po-
litica della ricerca scientifica e tecnologica è dunque da
considerarsi aperta da quelle decisioni legislative con le
quali specifici organi di Governo (collegiali, come i vari
Comitati interministeriali, o individuali, come le varie figure
di Ministri per la Ricerca Scientifica) sono investiti di respon-
sabilità generali in ordine alla determinazione degli indirizzi
della attività di ricerca e al controllo della loro effettiva
messa in opera da parte dei soggetti pubblici attivi nel campo
della ricerca stessa, cosi come all'orientamento e incentiva-
zione della ricerca privata.
La politica della ricerca è tale (e non è riducibile, dunque.
al tipo di coordinamento già posto in essere dai Consigli
nazionali delle ricerche, che non richiedeva necessariamente
l'assunzione di responsabilità di Governo) nella misura in
cui non si limita a porre scelte concernenti l'indirizzo della
ricerca in sé considerata, ma si dà carico dell'inserimento
delle azioni pubbliche per la ricerca nel sistema della politica
economica, cioè affronta i temi che scaturiscono dalle con-
nessioni fra innovazione e sviluppo nella moderna società
industriale.
Per questo l'evoluzione recente delle strutture organizza-
tive pubbliche per la ricerca appare caratterizzata dalla sem-
pre maggiore connessione fra compiti concernenti la ricerca
scientifica ifl senso proprio e la ricerca tecnologica, da un
Iato, e i processi di innovazione nel processo produttivo
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