NOTE DI VIAGGIO - Ivana Conte Ho sempre pensato che il viaggio possa rappresentare un punto di contatto tra sogno e realtà, la possibilità che l’immaginazione del viaggio diventi parte di esso e le scoperte di viaggio preludano ad una nuova realtà. Dopo l’esperienza compiuta da e con "Diverse Abilità" a Pavia, nella nostra prima tournèe nazionale, questa convinzione si è rafforzata. Abbiamo trascorso molto tempo ad immaginare "come sarebbe stato", abbiamo lavorato intensamente, ciascuno nel suo specifico e contemporaneamente in un’ottica relazionale, abbiamo accettato la sfida di provare a trasformare l’identità di ciascuno di noi per restare quelli di prima e, insieme, diventare i nuovi "attori" di un nuovo percorso teatrale. Tutti, anche chi ha progettato e realizzato le condizioni dell’evento teatrale non agendolo in palcoscenico. Un gruppo, il nostro, di oltre
quaranta persone che si è inoltrato in un’avventura ricca di incognite e di
fascino. Quando, a luglio del ‘99, in una torrida giornata di lavoro , chiamò all’A.L.M. un regista-addetto culturale del Comune di Pavia per invitarci ad una Rassegna di Teatro Integrato al Fraschini, settecentesco gioiello teatrale italiano, capimmo che il Progetto Horizon ci stava letteralmente "portando lontano"; il lavoro di anni svolto dall’equipe "storica" dell’A.L.M. "Diverse Abilità" , arricchito dall’impegno e dalla competenza dei nuovi collaboratori e consulenti, stava dunque davvero portando alla trasformazione da laboratorio teatrale permanente, ma protetto, a compagnia teatrale integrata. Le tante azioni e fasi di un progetto europeo, apparentemente molto astratte e complesse, in realtà diventavano adesso "viaggio", incontro tra sogno e realtà! Con quel sottile filo di incoscienza e quel grande slancio propositivo che ci caratterizza, accettammo. Piuttosto che allestire uno spettacolo nuovo, pensammo fosse più interessante riproporre "IL VIAGGIO DI NESSUNO", per misurarne l’impatto in una struttura teatrale tradizionale e fortemente significativa: il classico teatro all’italiana, con pregi e limiti che i "contemporanei" sanno. L’avventura preparatoria richiederebbe un capitolo a parte; ogni riallestimento è anche un nuovo spettacolo e questo lo è diventato anche oltre le aspettative. I tre giorni, due di viaggio e uno - straordinario e terribilmente stancante - di allestimento in teatro con debutto la sera stessa , sono stati per ognuno di noi una vera e propria "prima volta"; Chi teatro lo fa da molti anni (molti di noi) non credo abbia mai vissuto una tournèe con queste caratteristiche dirompenti; chi invece mai aveva varcato la soglia cittadina o, addirittura, non conosceva un albergo per non esserci mai stato prima, ha contemporaneamente scoperto luoghi e possibilità davvero eccezionali. Con lo stupore e la gioia di un bambino ma con la consapevolezza e il senso di responsabilità di un adulto; anche questo a dimostrare che il grado di attenzione e di reciprocità tra operatori e persone disabili genera uno straordinatio terreno di scambio umano e artistico. Già a Roma la grande macchina organizzativa aveva tentato di prevedere il prevedibile e di immaginare anche parte dell’imprevedibile; comunque tutto è filato liscio, grazie all’impegno e alla "leggerezza" nell’affrontare le cose difficili mista alla serietà e al rigore nell’affrontare le stesse. E’ difficile sintetizzare l’intensità di un’esperienza come questa. Potrei farlo per punti , come fossero note di viaggio: • il viaggio ha trasformato un pullman scomodo e antiquato in uno straordinario carro di commedianti: in fibrillazione all’andata, incredibilmente stanchi e soddisfatti al ritorno • Diverse Abilità si è trasformato da gruppo in compagnia professionale di consumata esperienza, mettendo in campo tutte le competenze senza nessun risparmio di energia • il teatro di Pavia, sognato da alcuni e già noto ad altri, è diventato per diciotto ore la nostra casa artistica, invasa e conquistata anche a dispetto di qualche rigidità professionale dello staff del luogo; non c’è teatro stabile che non somigli all’altro, in questo • la nostra formazione, dislocata in modo balordo dall’organizzazione locale in tre alberghi (belli e comodi) è riuscita a comunicare comunque, anche con una sorta di "telefono senza fili" ed anche attraverso episodi comici e irresistibili , specie agli occhi di un teatrante • l’emozione dei nostri attori al loro ingresso in teatro è stata forse la più intensa delle immagini viste e dei momenti vissuti in quei giorni • le prove, tecnica e filata, hanno sprigionato emozioni e pianti • la replica ha dimostrato una certa "inattaccabilità" della compagnia, fatta di intesa e di condivisione e anche di coraggio, del coraggio di rischiare l’errore e recuperarlo • il pubblico l’ho osservato da vicino; mi sono divertita a spiare le reazioni, potendomi permettere di "vedere un po’ meno" uno spettacolo che ben conosco. Le ho riconosciute tutte: stupore, fascinazione, perplessità, gioia, entusiasmo, dubbio, buonismo, compenetrazione, attenzione, insofferenza, fastidio, emozione profonda, irrequietezza, concentrazione, imbarazzo, allegria, consenso... esattamente tutto ciò che rende vivi e contraddittori! • il dopo è festa e dramma, come sempre: voglia di scambiarsi i pareri, ma anche di non parlare, voglia di tuffarsi in pizzeria per recuperare energie, voglia di dormire presto o di non dormire proprio, voglia di mamme lontane e voglia di fare casino, tutto insieme, tutto in un grande miscuglio di emozioni. • e poi i pareri, degli addetti ai lavori, dei giornalisti, del pubblico che conosciamo e non conosciamo: tanto interesse per questa esperienza, capacità di comprensione degli sforzi e dei risultati, voglia di collaborare e di aiutarci a crescere ulteriormente. E noi? Già tuffati nel dopo-Pavia, a
progettare i prossimi corsi e tirocini, a pensare al prossimo spettacolo: dove,
quando, in quale formazione? Con quali attese, speranze, prospettive?
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